ULTIME NOTIZIE da “BULBO MATTO”
1 GENNAIO 2013
Capodanno ai Caraibi
Sembra il titolo di un remake di pessima qualità e invece è un sogno che si realizza… Neanche tanto sognato, in effetti, piuttosto un progetto così impegnativo che non ha neanche lasciato troppo spazio al sogno, un’impresa così maledettamente seria che quando la si è infine realizzata, e finalmente ci si può rilassare, la soddisfazione massima è quella di contemplarla, riviverla tutta momento dopo momento, di godersela e rivedersela in ogni dettaglio, di assaporare la soddisfazione dell’obbiettivo raggiunto, e l’orgoglio di averlo conseguito in pieno, senza sbavature, senza incidenti, esattamente come nei programmi, e di trovarlo infine molto meglio di come se lo si era, non dico appunto sognato o immaginato, ma piuttosto letto e riletto in decine, centinaia di libri e articoli. Non foss’altro perché adesso il protagonista sei tu e non colui che ne aveva scritto. Ecco. Non un sogno realizzato, ma la realtà realizzata, il nuovo mondo raggiunto, nuovo intanto per te che ne sei questa volta l’attore principale. Questo è il vero sogno: il vivere questa realtà nuova, raggiunta con grandissima fatica e attenta programmazione, fatta di isole tropicali, clima dolce, aria tiepida a tutte le ore che ti accarezza, la tua barca che ti fa da casa e mezzo di locomozione e di divertimento, pesci coralli tartarughe sotto di te, palme boschi spiagge da contemplare e assaporare, gente simpatica e gentile. Un Capodanno veramente diverso, unico.
Festeggiato, unicità nella unicità, ballando sulla spiaggia con le note di reggae, salsa, e ritmi vari insieme con i locali (coppie, grandi vecchi e bambini) in una baia riparata e tranquilla della Martinica. Una favola…
Un abbraccio al Club…
Fulvio Croce
Alla (ri)scoperta dei Caraibi – 1
Ogni isola una nazione, una storia, un carattere.
Anche da queste parti c’è un nord ed un sud. Un nord più sviluppato e organizzato, ed un sud più arretrato ma più genuino. In questi primi giorni di esplorazioni e contatti questa è la nostra prima osservazione. Abbiamo girato finora un pò tre isole in fila: Martinica, territorio francese a tutti gli effetti, con strutture, efficienza, pulizia ma anche "business". Poi St. Lucia, nostro porto di arrivo dall’ARC, ex inglese, più caraibica, folcloristica, più amichevole, dove gli aspetti umani tendono a prevalere sull’interesse economico. Infine St. Vincent, più a sud, più povera a arretrata, selvaggia, qualcuno dice pericolosa, per noi solo più genuina e forse più interessante. Un posto dove io siciliano, abituato a contrattare su quasi tutto e a basare i miei affari, personali e professionali, spesso più sui rapporti umani che su contratti e avvocati, mi trovo perfettamente a mio agio. Al contrario di realtà appunto più "sviluppate", al sud con due battute si può diventare amico di (quasi) tutti e ottenere spesso trattamenti di favore o comunque stabilire contatti umani più soddisfacenti e calorosi. Per me siciliano, tutto un’altro piacere.
La natura invece in queste tre isole resta simile: calda, lussureggiante, splendida, rigogliosa. Al sud meno sviluppato anche più primitiva e originale: meno turisti, meno alberghi, nessun marina. Per me decisamente più affascinante…
Fulvio Croce
Alla (ri)scoperta dei Caraibi – 2
Le Grenadine
A sud di St. Vincent e da questa dipendenti a metà con Grenada, ci sono le famose Grenadine, una serie di piccole isole, alcune coralline altre rocciose, meta di proposte charter da ogni parte del mondo. A buon diritto, bisogna dire. Noi eravamo curiosi di visitarle, ma anche timorosi di trovare troppe barche e una realtà " pompata", come spesso avviene, dalle esigenze commerciali. Troppo spesso infatti, secondo me, certi luoghi, sicuramente belli o interessanti, vengono oltremodo magnificati e idealizzati al di là del merito e del legittimo per attrarre sempre più turismo e sostenere la domanda e l’industria che nel frattempo è sorta. Poi magari quando ci si arriva, se si è sborsato un pacco di soldi, difficilmente si accetta l’eventuale delusione per non sentirsi dei polli ad avere speso tanto, se invece ci si va in proprio come noi, il rischio è quello di trovare un luogo troppo affollato, rovinato, snaturato. Per fortuna in questo caso non é così: le Grenadine sono splendide, ancora ruspanti, la barriera corallina non é quella del Mar Rosso ma è piena di pesce, i servizi (cibo fresco, aragoste, souvenirs, rifornimenti, water-taxi, guide, ecc) forniti da locali cortesi ed efficienti. Noi abbiamo sostato, veleggiando verso sud, a Bequia, Canouan, Tobago Cays, Union e Carriacou. Tutte diverse, tutte tranquille e da vivere, più che da visitare, come piace fare a noi.. Carriacou in particolare, già dipendenza di Grenada, ci è piaciuta molto, tranquilla, genuina, accogliente.
Fulvio Croce
I TESORI NASCOSTI DI CARRACOU
L’approdo più frequentato é anche il più tranquillo, Tyrrell Bay. Qualche casa, qualche ristorante, un piccolo cantiere, parecchie barche di vagabondi degli oceani, facilmente riconoscibili dai generatori eolici e dalle condizioni, di solito precarie, delle loro imbarcazioni. Storie affascinanti da raccogliere al bar, gli incontri più vari e originali con cui condire le serate tra un drink e una suonata di bangio o di steel band. Ma il meglio è a mare, immersioni su una barriera viva, colorata e piena di pesci, e due ancoraggi indimenticabili. Quello a nord, Sandy Island, fa parte della neonata Area Marina Protetta. Una striscia di sabbia finissima, una manciata di palme, un reef tutto attorno. Una cartolina. Abbiamo passato una notte tranquilla alla boa della riserva, sotto una stellata incredibile. Quello a sud, un canale molto meno rassicurante stretto tra White Island e Saline Island, percorso da correnti piuttosto violente (due anni fa di un turista sprovveduto si persero del tutto le tracce…), ancora più isolato e selvaggio. Entrambi di una natura incredibilmente bella, primordiale, senza tracce umane, dove si potrebbe trascorrere un tempo indefinito nella pace totale a osservare i pellicani e le fregate pescare, o i granchi di terra girovagare o sott’acqua le murene, i pesci scatola, trombetta o palla o le seppie, o semplicemente a far bolla o a chiacchierare con gli altri navigatori di passaggio…
Un paradiso semplice ma che ti cattura e ti sintonizza con la natura e con la tua stessa vita.
Fulvio Croce
Vivere le emozioni di una regata o semplicemente rilassarsi in giro per l’Oceano Atlantico oggi è un sogno relizzabile grazie al nostro Fulvio Croce e la sua imbarcazione "BULBO MATTO"….(leggi articolo)