Bulbo Matto … le sensazioni di Fulvio Croce

15 settembre.
Il faro di Lanzarote lontano a dritta, poi quello di Las Palmas di fronte, poi, all’alba, arriviamo al gran porto di arrivo.
Ci congratuliamo reciprocamente della bella navigazione compiuta senza problemi, assaporiamo di nuovo la stabilità della barca, la facilità di muoversi senza sforzo e senza rischiare di perdere l’equilibrio ad ogni spostamento a bordo, il sole caldo del 28º parallelo, 10º più a sud del porto di partenza, quasi un mese fa, da cui ci dividono quasi 2000 miglia.
Sensazioni variegate.
Intanto, arrivare qui in barca è ovviamente molto, molto diverso di arrivare in aereo. Prendere un biglietto a poche decine di euro e arrivare a migliaia di chilometri di distanza ha veramente rimpicciolito il mondo, ma sopratutto ha banalizzato distanze e differenze ambientali e culturali.
Mollare gli ormeggi e navigare, lavorare, faticare, lottare a volte, conquistarsi la meta miglio dopo miglio dà tutta un’altra soddisfazione. In particolare quando la barca é la propria, preparata e studiata per quella navigazione. 
Poi l’oceano, questo infinito che anch’esso rischia di essere banalizzato dalle imprese dei navigatori professionisti, questo gigante immenso che non può non incutere timore, nelle notti stellate senza luna e senza altre navi per giorni, con le sue onde già grandi senza vento, che si sa possono diventare palazzi, con un vento che è quasi un respiro, con costanti alti e bassi ritmici, con le sue creature invisibili che imprevedibilmente a volte si mostrano, quando qualche preda lucente abbocca, qualche uccello elegante si posa sulle crocette, qualche calamaro piove in pozzetto non si sa da dove, oppure nel luccichio del plancton nella scia della navigazione.
È stata una navigazione facile, mai controvento, mai burrasche, pochissimo motore, un battesimo dell’oceano che non poteva essere più tranquillo, proprio per chiunque.
Eppure sappiamo che le cose potevano andare ben diversamente, che il gigante poteva colpire e colpire duro, anche se eravamo preparati e pronti a qualsiasi evenienza, dopo mesi di studio e di lavori a bordo.
A novembre, per la Grande Traversata, temo sarà ben altra storia.
Ma le altre barche, gli altri navigatori incontrati nei vari porti, i racconti di mari ancora più lontani, di traversate di mari esotici, sono il combustibile inesauribile della voglia di navigare ancora, la molla inarrestabile del nostro viaggiare che ci porterà, intanto, dall’altra parte dell’Atlantico, e poi chissà..

 

Potrebbero interessarti anche...

Privacy Preference Center