A bordo di “Bulbo Matto”…
Carriacou, piccola ma un universo a se…
Comunicazione del 6 marzo 2014
Abbiamo così meglio conosciuto panorami, sentieri, baie, genti usi e costumi dell’isola, assaporando ancor meglio l’atmosfera rilassata che già ci aveva tanto conquistato.
Oggi un gran bagno del tutto soli a White Island, un’incantevole isoletta con tanto di spiaggia corallina, palme e mangrovie, acque di una trasparenza incredibile, pesci multicolori, razze e quant’altro.
Tyrrell Bay è una comunità nella comunità, popolata dai caratteri più disparati, persone carine o strampalate, sapienti o disadattate, a volte geniali, che hanno lasciato la società civile per vivere in barca, senza affitti, tasse nè bollette, ma anche senza cinema, teatri o concerti che non siano quelli delle percussioni o delle "steel band" tradizionali. Gente che si arrangia come può, valorizzando i suoi saperi o inventandosene di nuovi, pur di recuperare quel poco che serve per vivere. Nella stagione degli uragani non ne rimangono che una quarantina, cioè una ventina di barche, che ad ogni avviso di burrasca si rifugiano tra le mangrovie lì vicino, per poi uscirne fuori uno o due giorni dopo, a pericolo scampato.
Ogni venerdì sera qui si fà festa, musica, karaoke, birra e cena fuori.
Ieri un gruppo di 5 fantastici percussionisti, con esercizi di danza e di acrobazia inclusi, con nuovi incontri, e scambi di esperienze, racconti di avventure e navigazioni.
Giorgio e Pinuccia sono 10 anni che girano i Caraibi, 6,7 o anche 9 mesi l’anno. Mauro è arrivato quest’anno, pilota alitalia fresco di pensione. Dominique, francese, invece è 25 anni che è qui, ha trasformato il suo trimarano in un’officina meccanica fornita di tutto il necessario. In pratica un locale in legno galleggiante 10 metri per 6; è stimato e molto considerato da tutti.
Daniela, titolare del miglior ristorante di Tyrrell Bay, una simpatia contagiosa, è anche la miglior fonte locale di informazioni, dal costo delle case, al miglior elettricista, agli eventi storici e sociali più importanti, dato che vive qui da 13 anni. Ognuno una sua storia, ognuno una croce, o, meno spesso, mi pare, una felicità da condividere. Per noi, insieme a tanto relax, una scoperta continua, umana, emozionale.
Articolo pubblicato il 7 marzo 2014, Palermo.