Luca Moncada referente della FIC

IL COSTAL ROWING E’ LA "MISSIONE IMPOSSIBILE" DI LUCA MONCADA

La barca entra nella pancia dell’onda, poi esce con un guizzo. Con la prua rivolta verso l’alto. E poi ancora giù, in mare aperto, colpo su colpo, con gli otto remi che si muovono all’unisono. L’acqua entra in barca, s’infrange contro la schiena dei quattro vogatori. Con la stessa facilità scivola via. E così avanti, per chilometri, lungo la costa, in un’indimenticabile giornata di sole e sport, mentre angoli sconosciuti e affascinanti di scogliera scorrono qualche decina di metri più in là. È questo il costal rowing: ogni volta un’esperienza unica, che unisce l’amore per il canottaggio e il desiderio di vivere il mare dov’è più blu e il suo profumo più intenso. Da qualche anno, a Palermo, Lauria, Telimar e Sc Palermo mettono in acqua le loro barche, soprattutto d’estate, per la felicità di atleti e amatori “che spesso si avvicinano alla società per fare canottaggio e quando scoprono il Costal, soprattutto i più grandi, ne vengono attratti molto”, spiega Luca Moncada (sotto) allenatore del Lauria, e da qualche settimana referente della Fic per il Costal rowing in Sicilia, una regione circondata dall’acqua, ma che praticamente sconosce questa disciplina.
Luca Moncada

Luca, com’è possibile che le società siciliane non si siano ancora aperte al Costal? Almeno in questo campo non dovremmo avere scuse visto che viviamo in un’isola:

“C’è ancora diffidenza da parte delle società. Ma è assurdo che in Sicilia non si sfrutti questa potenzialità che il nostro mare ci offre. La nostra regione è il contesto ideale per chi si vuole divertire, fare sport e turismo, eppure le barche in circolazione sono pochissime”.

Da referente della Federazione, quale sarà il tuo compito?

“Per il momento sto cercando di capire quali e quante società abbiano barche da Costal. Dopodiché dovrò cercare di promuoverlo, sia dove già si pratica canottaggio, sia dove non si fa: il vantaggio di fare questa disciplina è che ci si diverte facendo sport, ma non c’è la stessa tensione del canottaggio olimpico. E poi fai turismo, perché scopri angoli di costa molto belli, ti godi il mare e le giornate di sole in tutte le stagioni”.

Parlaci della tua esperienza societaria con il Costal.

“Soprattutto d’estate i ragazzi escono e si divertono, ma lo fanno soprattutto i più grandi, i master, molto attratti dall’aspetto ludico. Devo dire che gestire questo tipo di imbarcazioni non è semplice perché sono molto pesanti: ci vogliono carrelli appositi e tre persone per trasportare un singolo, per esempio. Noi a Mondello, inoltre, siamo avvantaggiati perché scendiamo direttamente dalla spiaggia”.

Pensi si possa creare un movimento florido in Sicilia?

“Sì può ma ci vuole collaborazione tra le società, dobbiamo essere più uniti e lavorare insieme. L’obiettivo è creare un circuito parallelo a quello del canottaggio olimpico: servirebbe a incentivare l’attività di ogni club, a far crescere il movimento attorno al canottaggio. Già in Liguria, che è la regione più sviluppata per il Costal, ha creato un doppio circuito. C’è grande entusiasmo, la gente si diverte. Spero che le società siciliane colgano questa occasione, anche perché dall’anno prossimo vorrei introdurre delle gare nel calendario remiero regionale”.

Fonte articolo:   www.rowingsicilia.org
 

C.C.R.L.

 

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